Visioni di Firenze: Dante Alighieri e Vinicius de Moraes
21 Marzo 2021
Cosa lega il Sommo Poeta, padre della lingua italiana al “Poetinha “, padre della Bossa Nova? A prima vista poco: li separano origini diverse, lingue diverse, più di seicento anni ed un oceano di distanza. Eppure un collegamento esiste.
Pensavo alle celebrazioni della Giornata Mondiale della Poesia il 21 marzo, e al Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri il 25 marzo. Questa ultima è stata scelta perchè, secondo gli studiosi, proprio in quel giorno (che prima segnava il Capodanno Fiorentino) nel 1300 Dante inizia la sua discesa agli inferi “Nel mezzo del cammin di nostra vita”.
E quest’anno, nel quale si celebra il settecentenario dalla scomparsa del Sommo Poeta, ci sono diverse iniziative in tutt’Italia, che si possono seguire con gli hashtag #dante700 e #leviedidante
Per il 700 Dante Firenze, il Museo del Bargello ospiterà due mostre “Onorevole e antico cittadino di Firenze” sul rapporto tra Dante e Firenze negli anni successivi alla sua morte (da aprile) e “La mirabile visione: Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista” (da settembre). A Palazzo Vecchio sarà esposto il celebre ritratto allegorico di Dante, dipinto dal Bronzino e in Piazza della Signoria ci sarà una grande istallazione di Giuseppe Penone e la mostra “Alberi in-versi”. Nell’ex refettorio di Santa Maria Novella dovrebbe riaprire a breve la mostra fotografica “Dante700” sui luoghi del poeta, mentre si può visitare sul sito degli Uffizi la mostra online “A riveder le stelle” sulle illustrazioni cinquecentesche di Federico Zuccari della Divina Commedia.
Volendo nel mio piccolo, rendere omaggio al Sommo Poeta mi è tornato in mente un poema che parla di Firenze e di Dante, scritto dal poeta brasiliano Vinicius de Moraes.
Vinicius ha alcuni elementi in comune con Dante: è stato un uomo di grandissima cultura, fin da giovane si è dedicato alla poesia, è stato attivo nella politica e ha lavorato come diplomatico.
Non è stato esiliato, ma nel 1968 la dittatura militare lo ha estromesso dal suo lavoro al Ministero degli Esteri brasiliano.
Il nome di Vinicius de Moraes è legato indissolubilmente alla storia della Musica Popolare Brasiliana e alla creazione della Bossa Nova, di cui è stato uno dei creatori, insieme a Antonio Carlos (Tom) Jobim e João Gilberto. Questo uomo dalle mille risorse è stato compositore, cantante, drammaturgo, giornalista, diplomatico, eppure ha sempre considerato che la poesia era la sua maggior vocazione, e tutto il resto una conseguenza di questo. Sembra che sia stato il suo grande amico e collega Tom Jobim ad avergli dato il soprannome di “Poetinha“, che l’ha accompagnato per tutta la vita, ed è stato utilizzato da Chico Buarque de Holanda e Toquinho nel brano che hanno dedicato al loro maestro “Samba para Vinicius”. In questo video c’è una bellissima versione in italiano e portoghese con Ornella Vanoni e Toquinho.
Vinicius è stato diverse volte in Europa, per motivi di studio e di lavoro come giornalista , diplomatico e come cantante. Nel 1952 ha fatto un viaggio per studiare l’organizzazione dei festival internazionali del cinema a Cannes, Berlino, Locarno e Venezia, con l’obiettivo di realizzarne uno simile a San Paolo. In quell’occasione, ha viaggiato molto per l’Italia, per approfondire le sue conoscenze culturali.
E ritorniamo al punto di partenza: cosa accomuna Dante Alighieri e Vinicius de Moraes?
L’amore per Firenze.
Dopo questa profonda immersione nella cultura italica Vinicius ha scritto questo poema pubblicato nel “Livro de Sonetos”. Livros de Portugal, 1957.
Soneto de Florença
Florença… que serenidade imensa
Nos teus campos remotos, de onde surgem
Em tons de terracota e de ferrugem
Torres, cúpulas, claustros: renascença
Das coisas que passaram mas que urgem…
Como em teu seio pareceu-me densa
A selva oscura onde silêncios rugem
No meio do caminho da descrença…
Que tristes sombras nos teus céus toscanos
Onde, em meu crime e meu remorso humanos
Julguei ver, na colina apascentada
Na forma de um cipreste impressionante
O grande vulto secular de Dante
Carpindo a morte da mulher amada…
Rio, janeiro de 1953
Molti poemi di Vinicius sono stati tradotti in italiano da Giuseppe Ungaretti, un suo grande amico. Questo purtroppo non è stato tradotto, quindi vi propongo la traduzione libera di Valeria Russo, alla quale ho dato un piccolo contribuito:
Sonetto di Firenze
Firenze… che immensa serenità
Nei tuoi campi remoti, da dove spiccano
I colori terracotta e ruggine
Torri, cupole, chiostri: Rinascimento
Cose che sono passate, ma che ritornano…
Come nel tuo petto mi sembra fitta
La selva oscura dove riecheggiano i silenzi
Nel mezzo del cammin del disincanto…
Che tristi ombre nei tuoi cieli toscani
Dove, nel mio crimine e nel mio rimorso umano
Mi è sembrato vedere, nella collina ricoperta di grano
Nella forma di un cipresso impressionante
Il grande volto secolare di Dante
Piangendo la morte della donna amata…
E ancora, un’altro bellissimo poema inedito, che è stato inserito nella pubblicazione “Poemas Esparsos“, del 2008:
Alexandrinos a Florença
Nessa tarde toscana, hermética e remota,
Verde sinistro sobre antiga terracota,
De onde, conzento-azuis, ímã-ferrugem, surgem
Cúpulas, torres, claustros, campos: renascença
Das coisas que passaram mas que urgem; nessa
Tarde em Florença, ah que serenidade imensa
Nessa tarde em que tudo parecia ir dar
No Arno e deslizar no mesmo lugar, no
Ponte Vecchio; ou na piazza della Signoria
Quando, sob a luz mais exata, a estatuária
Parecia lembrar… Nessa tarde em colinas
Florentinas, quanta meditação nos campos
De oliva e feno, imarcescíveis; quanta voz
Silenciante… e aquele cipreste imenso
No poente, imóvel… vulto secular de Dante
Penando a morte imemorial da bem-amada…
Alessandrini a Firenze (traduzione mia)
In questo pomeriggio toscano, ermetico e remoto,
Verde scuro sull’antica terracotta,
Da dove, dal grigio-azzurro, color ruggine sorgono
Cupole, torri, chiostri, campi: Rinascimento
Dalle cose che sono passate, ma che ritornano… in questo
Pomeriggio a Firenze, ah che serenità immensa
In questo pomeriggio in cui tutto sembra confluire
Nell’Arno e scivolare verso stesso posto, nel
Ponte Vecchio; o in Piazza della Signoria
Quando, sotto la nitida luce, le statue
Sembrano ricordare… In questo pomeriggio nelle colline
Fiorentine, quanta meditazione nei campi
Di oliveti e grano, eterni; quanta voce
Silenziante… e quel cipresso immenso
a ponente, immobile… volto secolare di Dante
Soffrendo la morte immemorabile della ben amata…
Con questi bellissimi versi, oltre a celebrare due poeti che amo, apro nel mio blog la rubrica Visioni di Firenze, sulle impressioni che la città ha lasciato negli occhi dei suoi visitatori.
I luoghi dei Poeti Italiani e Stranieri a Firenze
Ringrazio la Prof. Valeria E. Russo, che mi ha invitato a parlare di Turismo Culturale e della mia professione di Guida Turistica nel 2019 alla classe 2N Moda del Istituto Cellini Tornabuoni di Firenze. Valeria mi ha fatto conoscere questo poema di Vinicius de Moraes che era inserito nel progetto “I luoghi dei Poeti Italiani e Stranieri a Firenze” a cui la classe stava lavorando, e che ha dato vita al video che è stato premiato al Concorso AICA-USR Toscana V. Nel link potete vedere il video, e una delle sue allieve di origine brasiliana interpreta il Sonetto di Firenze.